Ognuno ha schemi mentali (macro-mappe).
Perché l’apprendimento sia significativo le nuove informazioni devono essere integrate nella rete cognitiva preesistente. I processi mentali agiscono da mediatori tra stimoli e risposte e organizzano l’esperienza in strutture di memoria, formando così una mappa delle conoscenze sempre in evoluzione.
Il processo di concettualizzazione avviene attraverso due meccanismi: a) strutturazione formale degli eventi quale scansione temporale di un avvenimento o di una procedura, con tutte le sue varianti culturali e storiche, b) rappresentazione mentale degli oggetti e delle loro caratteristiche e delle relazioni tra esse.
Una mappa concettuale pertanto è una rappresentazione grafica di una rete di concetti, ricordi, eventi, teorie ed immagini e dei loro legami, che esplicita le conoscenze su un dato argomento.
Le mappe concettuali NON SONO semplici rappresentazioni grafiche di contenuti esposti dall’insegnante (alla lavagna) o letti dallo studente (come comunemente considerate, anche da autori di libri di testo), non sono una tecnica di studio rapido di tipo cognitivista, non sono mappe mentali; SONO invece rappresentazioni della conoscenza di matrice costruttivista e presuppongono un contesto didattico di tipo costruttivista, sono infatti costruzioni di significati attraverso un processo di decostruzione e ricostruzione.
Le mappe concettuali differiscono dalle mappe mentali, infatti:
Una mappa concettuale:
Ritengo anch’io essere il migliore per i seguenti motivi:
Rispetto a una gestione tradizionale dell’argomento da trattare il classe i vantaggi del nostro strumento penso possano essere così schematizzati:
Ho incominciato focalizzando il concetto che intendevo sviluppare; l’operazione richiede molta chiarezza rispetto alla struttura della disciplina e del nucleo specifico. Si rende quindi necessario un lavoro previo di ricerca e consultazione delle fonti, in ordine ad agganci disciplinari e finalità, lavoro che rimane implicito, ma che comunque è da tener presente.
Alla definizione del concetto è seguita l’identificazione topologica, con cui si intende rappresentare la struttura interna del concetto, le relazioni, gli attributi, ma anche le connessioni con altri concetti.
Questo lavoro si traduce poi nella predisposizione di un piano di intervista alla scolaresca, con l’individuazione di domande stimolo, riguardanti concetto e i suoi attributi, e di domande di specificazione, pensate sulla base delle ipotesi di risposta degli studenti.
Dal confronto fra la mappa concettuale, redatta da me, e quella della classe, traggo il piano di lavoro vero e proprio, cioè la rete concettuale, dove le mie personali valutazioni professionali in ordine a efficacia ed efficienza del percorso, contesto di applicazione e ricadute motivazionali, sono state finalizzate al miglior risultato.
Ultima tappa di questo percorso è la valutazione finale, che mirerà ad evidenziare i progressi cognitivi operati dagli alunni: il grado di concettualizzazione e la capacità di mettere in relazione eventi o cose al concetto in esame.
(Per considerare progettazione completa si consiglia il materiale di A. Carletti, in www.costruttiivsmoedidattica.it, corso per tutor).
Carletti A., Le mappe concettuali nella didattica, in Lodrini T. (a cura di), L'apprendimento collaborativo: percorsi di formazione, Milano, 2004, Franco Angeli.
Carletti A., Costruzione cooperativa online di mappe concettuali disciplinari, in “Informatica & Scuola”, n° 4/2003.
Guastavigna M., Le ‘mappe informative’: modelli logico-operativi, differenze, possibili integrazioni nel percorso formativo, in “Informatica & Scuola” n° 2/2004.
Novak J.D., L'apprendimento significativo, Trento, 2001, Erickson.