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Le mappe concettuali

 

EscherOgnuno ha schemi mentali (macro-mappe).

Perché l’apprendimento sia significativo le nuove informazioni devono essere integrate nella rete cognitiva preesistente. I processi mentali agiscono da mediatori tra stimoli e risposte e organizzano l’esperienza in strutture di memoria, formando così una mappa delle conoscenze sempre in evoluzione.

Il processo di concettualizzazione avviene attraverso due meccanismi: a) strutturazione formale degli eventi quale scansione temporale di un avvenimento o di una procedura, con tutte le sue varianti culturali e storiche, b) rappresentazione mentale degli oggetti e delle loro caratteristiche e delle relazioni tra esse.

Una mappa concettuale pertanto è una rappresentazione grafica di una rete di concetti, ricordi, eventi, teorie ed immagini e dei loro legami, che esplicita le conoscenze su un dato argomento.

Le mappe concettuali NON SONO semplici rappresentazioni grafiche di contenuti esposti dall’insegnante (alla lavagna) o letti dallo studente (come comunemente considerate, anche da autori di libri di testo), non sono una tecnica di studio rapido di tipo cognitivista, non sono mappe mentali; SONO invece rappresentazioni della conoscenza di matrice costruttivista e presuppongono un contesto didattico di tipo costruttivista, sono infatti costruzioni di significati attraverso un processo di decostruzione e ricostruzione.

Le mappe concettuali differiscono dalle mappe mentali, infatti:

Secondo Novak “L’apprendimento significativo è alla base dell’integrazione costruttiva di pensieri, sentimenti e azioni e induce all’empowerment finalizzato all’impegno e alla responsabilità”. In questo senso l’apprendimento significativo (contrapposto all’apprendimento per assimilazione) mette in relazione nuove informazioni con le conoscenze che già possiede. Pertanto richiede conoscenze precedenti, materiale significativo e decisione consapevole di apprendere in modo significativo. Ecco allora che la mappa concettuale costituisce una rappresentazione della conoscenza, ma anche uno strumento per far emergere i significati insiti nei materiali da apprendere e una rappresentazione della rete di informazioni riguardanti la struttura della conoscenza. La costruzione di significato da parte dell’alunno attorno ad un concetto non è mai riconducibile ad un’acquisizione del tipo tutto-o-nulla, ma è descrivibile piuttosto come uno sviluppo, un evolversi di un sistema di proposizioni e collegamenti.

Fasi di costruzione di una mappa

  1. Individuazione del concetto di partenza
  2. raccolta dei concetti collegati
  3. selezione dei concetti
  4. costruzione dei legami
  5. assegnazione delle parole legame
  6. gerarchizzazione della mappa.

Una mappa concettuale:

Perchè usare il sw Cmap Tools?

Ritengo anch’io essere il migliore per i seguenti motivi:

  1. Novak ha compreso che la conoscenza non è contenuta tanto nei concetti, quanto nella rete di relazioni tra concetti,
  2. il sw presenta una semplicità delle forme (solo rettangoli e ovali) per non attribuire significati alle forme stesse quando devono in realtà essere esplicitati con proposizioni,
  3. offre la possibilità di creare collegamenti con mappe interattive: file di discussione, annotazioni, …,
  4. favoririsce l’uso in ambiente condiviso, esiste una comunità internazionale di utenti in rete,
  5. soprattutto è gratuito.

Valore aggiunto

Rispetto a una gestione tradizionale dell’argomento da trattare il classe i vantaggi del nostro strumento penso possano essere così schematizzati:

Progettare l’attività in classe

Logo del programma CMap ToolsHo incominciato focalizzando il concetto che intendevo sviluppare; l’operazione richiede molta chiarezza rispetto alla struttura della disciplina e del nucleo specifico. Si rende quindi necessario un lavoro previo di ricerca e consultazione delle fonti, in ordine ad agganci disciplinari e finalità, lavoro che rimane implicito, ma che comunque è da tener presente.

Alla definizione del concetto è seguita l’identificazione topologica, con cui si intende rappresentare la struttura interna del concetto, le relazioni, gli attributi, ma anche le connessioni con altri concetti.

Questo lavoro si traduce poi nella predisposizione di un piano di intervista alla scolaresca, con l’individuazione di domande stimolo, riguardanti concetto e i suoi attributi, e di domande di specificazione, pensate sulla base delle ipotesi di risposta degli studenti.

Dal confronto fra la mappa concettuale, redatta da me, e quella della classe, traggo il piano di lavoro vero e proprio, cioè la rete concettuale, dove le mie personali valutazioni professionali in ordine a efficacia ed efficienza del percorso, contesto di applicazione e ricadute motivazionali, sono state finalizzate al miglior risultato.

Ultima tappa di questo percorso è la valutazione finale, che mirerà ad evidenziare i progressi cognitivi operati dagli alunni: il grado di concettualizzazione e la capacità di mettere in relazione eventi o cose al concetto in esame.

(Per considerare progettazione completa si consiglia il materiale di A. Carletti, in www.costruttiivsmoedidattica.it, corso per tutor).

Bibliografia

Carletti A., Le mappe concettuali nella didattica, in Lodrini T. (a cura di), L'apprendimento collaborativo: percorsi di formazione, Milano, 2004, Franco Angeli.
Carletti A., Costruzione cooperativa online di mappe concettuali disciplinari, in “Informatica & Scuola”, n° 4/2003.
Guastavigna M., Le ‘mappe informative’: modelli logico-operativi, differenze, possibili integrazioni nel percorso formativo, in “Informatica & Scuola” n°  2/2004.
Novak J.D., L'apprendimento significativo, Trento, 2001, Erickson.