Blog e wiki sono due strumenti per pubblicare in rete senza l’uso di programmi particolari e senza richiedere competenze specifiche se non la semplice capacità di navigare in Internet; inoltre essi possiedono una spiccata caratteristica collaborativa e si richiamano al social software. Per questi due motivi si presentano come due validi strumenti didattici diffondendosi rapidamente anche nella scuola italiana.
Appaiono come normali pagine web, ma sono maggiormente flessibili: non solo è possibile all’utente leggere quanto altri hanno scritto, ma anche commentare i loro messaggi e aggiungerne di nuovi, reperire collegamenti ad altri blog e a siti di contenuto analogo in un vero e proprio sistema di contenuti. Il termine blog deriva dalla contrazione di “web” (letteralmente, “ragnatela estesa sul mondo”) e “log” (nome dei file generati dai sistemi operativi e dai programmi per registrare le operazioni da essi compiuti): può quindi essere tradotto con un’espressione del tipo “diario di bordo in rete”. Nati nel 1997 negli U.S.A., hanno avuto un’enorme diffusione in Italia negli ultimi due anni: basti pensare che la piattaforma italiana Splinder, una delle più utilizzate, è passata dai 22.000 blog registrati alla fine del 2003 ai 290.000 di luglio 2007. Il loro successo è nato in seguito a eventi drammatici: all’inizio della guerra in Iraq le notizie arrivavano dal fronte prima sui blog che attraverso le agenzie di stampa, esemplare il caso di Bloghdad (http://bloghdad.splinder.com), reso famoso dalla tragica fine del suo autore, il giornalista Enzo Baldoni, ucciso da terroristi nel 2004. Avvenimenti come la guerra in Iraq, l’attacco alle Torri gemelle, lo Tsunami, le elezioni americane hanno inciso nello sviluppo dei blog. Afferma il gesuita Antonio Spadaro “Il blog vive a metà strada tra il giornale o la rivista e la comunicazione per passaparola. Rispetto a un normale periodico cartaceo, il blog si caratterizza per la spiccata presenza di un individuo e delle sue preferenze di scelta e di giudizio. Rispetto al puro passaparola, invece, il blog può contare su tutte le risorse della Rete (link al sito dell’editore, ad altri commenti e fonti...). Tuttavia dal passaparola il blog ha ereditato la necessità del coinvolgimento relazionale nel passaggio della notizia, che non è più solamente «trasmessa», ma condivisa in contesti di relazioni, sebbene esse siano «virtuali». Quella della «piazza» e della comunicazione spontanea resta una buona immagine esplicativa del fenomeno. Tuttavia ogni paragone (col giornale, il passaparola, il diario…) è insufficiente: il blog può essere ciascuna e tutte insieme queste cose, ma è anche radicalmente «altro». Un diario è sempre un diario, e un giornale è sempre un giornale, mentre il blog non prevede uno stile uniforme: a un post rappresentato da una cronaca obiettiva può seguirne un altro che è una pura espressione emotiva o la citazione di qualche pagina di un romanzo” (Il fenomeno blog, in "la ciivltà cattolica", quaderno 3711, pp. 234-247).
Caratteristica principale dei blog è il rimando ad altre risorse in rete in una relazione reticolare, mentre la carta stampata non è interessata a indirizzare il lettore verso quella che per lei è concorrenza; altra caratteristica è quella della possibilità di utilizzare il materiale in modo libero, contrariamente alle altre pubblicazioni coperte da copyright.
I loro contenuti spaziano dal genere intimistico del diario personale o della produzione poetica al commento di libri, opere letterarie e film, all’informazione giornalistica, magari alternativa, fornita da giornalisti più o meno professionisti (si parla, in questo caso, di do-it-yourself journalism, giornalismo fai da te). In alcuni casi ci troviamo di fronte a stesura di racconti e romanzi da parte di svariate mani: l’autore del blog pone l’inizio della narrazione (e l’ambientazione), poi la trama si sviluppa con l’intervento di scrittori anonimi che fanno prendere al racconto impreviste strade. La pagina di un blog si presenta generalmente divisa in tre campi (verticali): nella parte centrale sono presenti i post (i materiali “postati”, ossia i singoli messaggi), da un lato si trovano gli archivi, dall’altro i link ad altre risorse.
Aprire un blog è ormai semplice; per chi non è in grado di costruire un proprio sito, per chi non ha la possibilità di utilizzare le risorse della scuola (sito e persone che lo curano) in rete sono presenti opportunità gratuite.
Lipperini L., La notte dei blogger. La prima antologia dei nuovi narratori della rete, Torino, 2004, Einaudi.
Marchi C., Blog e wiki: per usare il computer in classe, in “La Scuola e l’Uomo”, n° 10, ottobre 2006.
Pranzetti R., i blog e i wiki in ambito didattico, in “Form@re”, n° 33, febbraio 2005.
Spataro A., Il fenomeno blog, in “La civiltà Cattolica”, quaderno 3711, n° 1/2005.