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IL GIORNALE IN CLASSE

 

 

 

Tre anni fa sulle colonne di Nuova Secondaria apparvero due articoli, di Cesare Scurati e Claudio De Cobelli(1), sull’utilità o meno di utilizzare i giornali in classe nell’ordinaria attività didattica. Allora lessi gli articoli senza una particolare attenzione perché l’argomento non mi toccava da vicino. Nel frattempo, a livello nazionale, si sono accresciute alcune iniziative, avviate da diverse testate giornalistiche(2) coinvolgendo, dopo cinque anni, oltre 4300 istituti, 38500 classi, 32000 insegnanti(3). Poi negli anni l’esperienza ha coinvolto il mio liceo e infine anche la mia attività didattica. Intanto l’impegno giornalistico degli studenti è sbarcato nel web, per esempio “LaFragola.it"(4), il portale che da tre anni ospita i giornali-web degli istituti che aderiscono all’iniziativa “Giornale@scuola” ha raccolto nell’anno scolastico 2004/05 di 526 scuole di cui 3656 medie inferiori e 2070 superiori dopo cinque anni di attività. Così si presenta: “817 istituti hanno ormai costituito delle vere e proprie redazioni autonome, con capiredattori e redattori che aggiornano quotidianamente le pagine web a disposizione nel corso dell’a. s. 2004/05 gli studenti hanno prodotto 19846 articoli, un colossale archivio di vita vissuta, con esperienze e commenti personali, cronache cittadine, ma anche riflessioni sui grandi temi della scena internazionale, Dalla guerra in Iraq al disastro umanitario provocato dallo tsunami di santo Stefano, dalla morte del Papa ai referendum sulla procreazione assistita"(5).
Condivisibili le critiche sollevate da Claudio De Corbelli nell’articolo citato(6), tuttavia i progetti con la loro strumentazione offrono notevoli changes didattiche e non è giusto ignorarle, la mia esperienza personale ha fatto emergere alcune annotazioni positive che vorrei segnalare:
1) la natura interdisciplinare del quotidiano che può far coinvolgere buona parte del consiglio di classe, un’esperienza consolidata deve essere contenuta nel POF e quindi coinvolgere anche il collegio dei docenti;
2) la possibile rimotivazione dei docenti che possono rimanere all’interno della loro programmazione disciplinare (è ancora presente in tante scuole la preoccupazione di completare il programma in ogni aspetto) progettando in maniera maggiormente autonoma, con materiali più flessibili rispetto a quelli riportati da tradizionale libro di testo;
3) la possibile rimotivazione degli studenti grazie al fatto che possono esprimere competenze non emergenti nei momenti di didattica tradizionale, superando quindi difficoltà e ritardi di apprendimento e grazie a un lavoro cooperativo che assegna loro ruoli e compiti stimolanti. È importante che il cooperative learning sia applicato nelle sue metodiche, altrimenti si rischia di rendere il tempo dedicato alla lettura dei quotidiani un tempo di confusione in classe e di dispersione;
4) la possibilità di inserire nell’attività di insegnamento tecniche di problem solving e di brainstorming, che in altri momenti potrebbero risultare forzate;
5) l’uso di nuove tecnologie nella lettura dei quotidiani on line e nella realizzazione di giornalini on line. È stato citato il caso di “LaFragola.it”, ma è possibile rivolgersi ad altri indirizzi web o costruire in proprio il giornalino di classe o di istituto, magari utilizzando uno dei numerosi blog gratuiti o creando strutture ipertestuali di pagine web all’interno del sito della scuola;
6) per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana in particolare, la possibilità di invogliare gli studenti alla stesura di articoli di giornale o di saggi brevi, testi imprescindibili nella produzione scritta dell’ultimo anno di scuola superiore, stante la tipologia B della prima prova scritta dell’esame di stato;
7) per quanto riguarda l’insegnamento delle lingue straniere, nuove opportunità si offrirebbero, ma non mi sembra esistano molte esperienze, considerato che non esistono proposte gratuite di stampa estera. Ho presente un periodico monotematico on line in lingua francese scritto da studenti di tutta Europa: ogni numero è curato da una redazione presso una scuola europea alla quale è possibile far affluire il materiale; l’iniziativa è proposta da Clemi (Centre de Liaison de l’Enseignement et des Médias d’Information)(7) patrocinato dal Ministero dell’educazione nazionale francese, centro che si propone di incentivare l’uso dei media nell’insegnamento attraverso programmi di formazione, di operazioni scientifiche, di scambi e di convegni. Il Clemi offre a tutti gli associati la possibilità di mettere in comune riflessioni, esperienze e progetti. Gli insegnanti trovano, oltre al contatto con i professionisti dell’informazione, un luogo in cui poter misurare e arricchire la propria pratica dei media.
8) per quanto riguarda l’insegnamento della storia, la lettura del giornale si rivela “come una risorsa per cominciare a collocare nel segno della storia (conoscenza documentata, comprensione critica, costruzione dell’opinione personale) la propria quotidianità di vita. Si tratta di aiutare coloro che vivono nella semplice cronaca – e, fra l’altro, in una cronaca sempre più universale, incalzante e coinvolgente – a realizzar dentro di sé frammenti di storia, e quindi strutture di senso e di progetto, cioè itinerari di presenza soggettiva nel mondo"(8). In questo senso il confronto fra libro di storia contemporanea e quotidiano favorisce il confronto fra storia e cronaca. Un incentivo potrebbero essere offerto anche all’educazione civica, ormai in via d’estinzione nelle nostre scuole e sostituita solo in parte da un’educazione alla convivenza civile che fatica a entrare nei nostri curricoli;
9) un’altra considerazione può essere rivolta al fatto che la lettura del quotidiano favorisce la motivazione a leggere (e a scrivere): molti ragazzi, nell’era dei media, non leggono più, neppure i giornali, se non nelle pagine sportive: quest’attività a scuola li stimola al leggere e può rappresentare un avvio alla lettura di altre forme di carta stampata;
10) in molti istituti si realizzano esperienze di stages: dall’iniziative di lettura dei quotidiani e di realizzazione di giornali on line possono scaturire proposte di esperienze presso redazioni di giornali e comunque possono fornire nuove competenze trasversali da spendere in altri tipi di stages;
11) la proposta del quotidiano in classe rientra nell’ambito di quella disciplina che nei paesi anglosassoni viene chiamata Media Education. Essa comprende “lo studio, l’insegnamento e l’apprendimento dei moderni mezzi di comunicazione ed espressione, come disciplina specifica e autonoma nell’ambito della teoria e della pratica pedagogica. L’interesse ricade quindi sulla storia, sulla creatività, sull’uso e la valutazione dei mezzi di comunicazione, del loro ruolo all’interno della società, delle modalità di percezione che essi inducono, dell’accesso alla loro fruizione e del lavoro creativo che con essi si può svolgere. Si tratta, quindi, di una disciplina che riguarda l’educazione con, ai, per e attraverso i mezzi di comunicazione"(9).
 

 


(1) Scurati C., Un giornale per educare, “Nuova Secondaria”, n° 4, dicembre 2002, pagg. 30 - 32. De Corbelli C., Giornale in classe? No. Perché, “Nuova Secondaria”, n° 9, marzo 2003, pagg. 24 - 26.

(2) Abbiamo presenti il progetto “Il quotidiano in classe” dell’Osservatorio Permanente Giovani - Editori - che ha coinvolto il “Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore”, “La Nazione”, “Il Giorno”, “Il Resto del Carlino”, “L’Adige”, “L’Unione Sarda”, “Il Giornale di Vicenza”, “L’Arena”, “Bresciaoggi”, “Il Tempo”, “La Gazzetta del Sud” – e il progetto “Repubblica@scuola” nato nel 1999 dalla collaborazione fra le testate giornalistiche del gruppo editoriale L’Espresso e Katataweb.

(3) Dati desunti dal progetto “Il quotidiano in classe”: cfr. Osservatorio Permanente Giovani – Editori, Il quotidiano in classe. Il valore dell’esperienza, Milano, 2004, La Nuova Italia RCS Scuola.

(4) http://www.lafragola.kataweb.it. “LaFragola.it” è gestito da Kataweb in collaborazione con i quotidiani “La Repubblica”, il “Trentino”, l’”Alto Adige”, il “Corriere delle Alpi”, “Il Mattino di Padova”, “La Tribuna di Treviso”, “La “Nuova di Venezia”, “Il Piccolo”, il “Messaggero Veneto”, il “Centro”, “La Nuova Sardegna” e “Il Tirreno”.

(5) Sgheri C., La Fragola, in un anno 20mila idee, in http://www.lafragola.kataweb.it.

(6) Vorrei aggiungere al riguardo una citazione di Th. S. Eliot: “Dov’è la saggezza che abbiamo perso con la conoscenza? E dov’è la conoscenza che abbiamo perso con l’informazione?”

(7) Http://www.clemi.org.

(8) Scurati C., art. cit.

(9) Osservatorio Permanente Giovani – Editori, Il quotidiano in classe. come leggere il giornale a scuola per far crescere i giovani e la democrazia, Milano, 2003, La Nuova Italia RCS Scuola. Si veda Rivoltella P. C., Media Education. Modelli, esperienze, profilo disciplinare, Roma, 2001, Carocci.